Il testo di Carlo Romanelli e Barbara Biggi, Ali tra il marmo, con il proposito di “portare un contributo alla conservazione di un patrimonio di conoscenze locali”, non è solo ‘un atto di amore per la terra natale’ - come ce lo presentano gli Autori, ma un appassionante cammino che, passo dopo passo, immagine dopo immagine, testimonia il valore del patrimonio naturale e insieme di quello immateriale nel loro legame profondo con l’uomo.

Il volume ci conduce attraverso il mistero e la bellezza di un paesaggio naturale unico, come notava già il Repetti nelle coinvolgenti pagine citate, che al tempo stesso ci fa sentire, quasi materializzando l’occhio della nostra fantasia i frulli d’ali e cinguettii di pascoliana memoria. In questo mondo fantastico per la bellezza della natura e la poesia che vi si accompagna, si muove l’uomo, nella sua quotidiana realtà, a cui Barbara Biggi sa dare vita con tratti d’arte arricchita dalla sua sensibile riflessione.

Sono pagine che leggi e guardi e su cui allo stesso tempo non puoi non riflettere riscoprendo l’uomo attraverso la sua natura, il suo paesaggio, l’ambiente in cui lavora e vive.
Un “filo conduttore”, ci dice l’autore nell’introduzione, ma è un filo che non si perde in questa passeggiata che, giunti alla fine, ci piacerebbe ricominciare dal vivo, non più con la fantasia ma muovendoci là dove natura e marmo si incontrano con il lavoro dell’uomo e con “frulli d’ali e cinguettii “.