A cura di Jón Arnason - Magnús Grímsson
Tarka, 2019Nuovo
L’Islanda è una grande, arida isola vulcanica, sul limitare dell’Oceano Artico. Geograficamente parlando, è una terra piuttosto recente, dalla quale non sono ancora scomparsi del tutto i ghiacciai dell’ultima era glaciale. Qui la vita dell’uomo, esposta com’è alle forze elementari della tempesta, del gelo e dei fuochi vulcanici, è sempre stata una lotta per sopravvivere, e tale in verità è ancora oggi, nonostante gli aiuti che può fornire la tecnologia moderna. Così, al di fuori di questo suo ambiente — spesso ostile, benché talvolta mite e benevolo, mai prevedibile e sempre pieno di pericoli nascosti — nella solitudine dei grandi spazi deserti, l’islandese si è creato una moltitudine di strani vicini.
La paura abita le alte rocce, dove i troll sono in agguato per sorprendere il viaggiatore solitario. Rupi e colline, familiari punti di riferimento, sono la dimora di un popolo nascosto: gli elfi, che vivono come gli uomini, hanno le loro fattorie, le loro chiese, i loro funzionari e i loro preti, le loro ricchezze e il loro bestiame.
… questo amalgama d’immaginazione e di concreto realismo è una qualità comune a ogni tipo di racconto popolare islandese e dovrebbe essere considerata una delle caratteristiche più rilevanti di questa letteratura.
Qui, i palazzi fiabeschi somigliano molto alle più ricche fattorie, con il re che conta le sue pecore e i suoi armenti come un agricoltore islandese di collina. Il demonio e i suoi diavoletti brillano spesso più per la loro credulità che per la loro malizia. Trolls e mostri hanno comportamenti casalinghi e quotidiani. Gli elfi vivono, muoiono e agiscono in tutto e per tutto come gli esseri umani, mentre i fantasmi sono di natura stranamente materiale, dato che picchiano di santa ragione le loro vittime, si mostrano soggetti anch’essi alla debolezza della carne e mangiano, sentono dolore e addirittura soffrono il mal di mare.
In questo mondo del racconto popolare islandese, così strettamente imparentato con il nostro imperfetto mondo di pericoli naturali e frustrazioni umane, troviamo una parabola ampliata dei nostri sentimenti di fronte alla vita, alla fortuna, alla rovina e alla morte.
Jón Arnason (1819-1888) scrittore islandese. Dal 1848 al 1887 fu il primo bibliotecario di quella che poi divenne la Biblioteca Nazionale d’Islanda. Fu anche il primo curatore della Forngripasafns Íslands (raccolta di antichità islandesi) che in seguito divenne il Museo Nazionale d’Islanda.
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