La città e il giardino.
Alberto Ricciardi, 2003Nuovo
Gli studi storici che hanno avuto come oggetto l’interessante figura di Alberico I Cybo Malaspina, fino ad oggi non avevano posto in evidenza gli aspetti simbolici ed ermetici del suo pensiero. Aspetti che emergono in modo chiaro dall'analisi dell’urbanistica di Massa Cybea e dalle imprese araldiche del marchese, che divenne primo principe di Massa.
Il libro dell'architetto Claudio Palandrani, una lettura in chiave ermetica dell'urbanistica e delle imprese di un "principe del tardo Rinascimento", colma questa lacuna storiografica.
Apre altresì un nuovo indirizzo della ricerca storica locale che, ponendo attenzione specifica al simbolismo ermetico che permea l'urbanistica albericiana, propone una lettura iconologica più vicina alla cultura del tempo in cui la città di Massa è nata, ovvero al complesso pensiero di quel difficile periodo storico compreso tra il Rinascimento e il Barocco.
In questa intricata fase di transizione si agitano, e spesso si scontrano, le pulsioni antropocentriche dell'Umanesimo e quelle teocentriche della Controriforma che anima e sostiene il Barocco, su uno sfondo europeo che vede contrapporsi, ma talora anche fondersi e confondersi, il mondo magico, ermetico ed alchemico con la nascente scienzasperimentale; il movimento protestante e la riforma cattolica, l'azione dell'inquisizione, col triste corollario di torture e di roghi.
La piccola città di Massa, nella sua stessa forma urbana risente dell'influenza di questa situazione storica, culturale e politica.
L'evidente antropomorfismo dell'impianto urbano e la stella caudata che caratterizzano la forma urbis di Massa Cybea, tarde espressioni dell'Umanesimo rinascimentale, si fondono con la spazialità teatrale del trivio della Martana che propone, su scala locale, il tema barocco dello spazio urbano come spazio teatrale, già sperimentato a Roma per i trivi della zona dei banchi, di fronte a Castel Sant'Angelo, e quello di Piazza del Popolo.
La presenza del dio Mercurio, nella piazza centrale della città albericiana, è una chiara indicazione del carattere ermetico che Alberico volle imprimere alla sua città.
Dalle imprese araldiche di Alberico affiorano, nel saggio - documentato, quanto intrigante - di Palandrani, numerosi riferimenti di carattere ermetico, sapientemente celati in apparentemente anonime rappresentazioni di oggetti e animali che rimandano, invece, alla complessa iconografia che appartiene al mondo dell'ermetismo alchemico.
E' un mondo nuovo che si apre all'indagine storica ed iconologica. E' un mondo che per essere compreso ha bisogno che il lettore entri in sintonia con un universo culturale assai diverso da quello odierno, un mondo nel quale i simboli ancora dischiudevano all'uomo scenari e percorsi di ricerca di estrema importanza sul piano sociale e individuale ma anche, oggi diremmo, psichico.
Il libro di Palandrani solleva un velo sul pensiero di Alberico, propone ipotesi di lettura inedite ed intriganti, ma soprattutto contribuisce ad inserire il principe di Massa ed il suo piccolo ma importante Stato - di cui Massa Cybea fu capitale - in quel più vasto clima culturale italiano ed europeo del quale entrambi furono indubbi protagonisti.
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