Le immagini dei borghi fortificati e dei castelli che escono dalle foto sono il risultato di una sedimentazione storica dell’intervento dell’uomo sul manufatto , durante i secoli.
La consorteria Malaspina, sui siti fortificati del limes bizantino, a loro volta sorti nei pressi di antichi castellari liguri, incastella queste terre di Lunigiana e, successivamente, anche le Signorie dominanti interessate a conservarne il possesso li fortificheranno ulteriormente anche per far fronte alle mutate condizioni di difesa connesse all’avvento delle armi da fuoco.
Le foto ci guidano tra i borghi, alla scoperta dei segni di questo tumultuoso passato, che la tranquillità di immagini, volutamente senza uomini, nasconde in una apparente fissità che fa sì che le immagini possano sembrare senza luogo e senza tempo.
Potenza dello strumento fotografico ma anche risultato voluto e perseguito dell’autore che attraverso questa scelta vuole documentare e cristallizzare il carattere unitario di questo territorio che rappresenta il microcosmo di una civiltà rurale contraddistinta da peculiarità uniche e proprie. La Lunigiana , nel senso storico del termine, è comunque più di un territorio: è la culla di una civiltà che affonda le sue radici nella società transumante dei liguri apuani (come molti storici hanno evidenziato) e che reclama di essere salvata dall’oblio, facendo leva, oggi, con tutti gli strumenti di diffusione delle conoscenze che le nuove tecnologie ci forniscono, su una rinascente e necessaria consapevolezza delle comunità locali.
Quell’azione che ai primi anni del ‘900 gli intellettuali lunigianesi portarono avanti (piccola elite di grande levatura e mi riferisco al manifesto di questa idealità, diffuso dal n.1 (1910) del periodico "Lunigiana", a firma di Manfredo Giuliani)e che oggi viene riproposta, sulla scia del maestro, da tanti altri intellettuali e cultori di storia locale, che si prefiggono, con rinnovata sensibilità, di promuovere l’identità culturale della Lunigiana Storica, cogliendo il testimone lasciato dal Giuliani quando ebbe a scrivere: " bisogna ridare alla Lunigiana un animo ed un grande vivo cuore che la agiti e la sviluppi e dia a tutti gli istinti e gli impeti della vita vigorosa […] devono concorrere a ciò tutti quelli che amano questa terra sventurata e che sono immuni e liberi da tutte le piccole miserie del passato e dai suoi sistemi egoistici e deleteri.
Un Manifesto per suscitare uno stato d’animo giovane, onesto e sincero".