Durante la Seconda guerra mondiale la popolazione civile è vissuta in condizioni estreme, all’insegna della paura e della violenza, con cui doveva fare i conti tutti i giorni e in qualsiasi momento.
I sacrifici e gli stenti di uomini e donne precipitati all’improvviso in una realtà assurda e incomprensibile, e persino deportati nei campi di lavoro, in particolare nel nord-est della Germania e in Polonia, vengono descritti e raccontati da Luigi Leonardi attraverso le testimonianze di chi ha vissuto sulla propria pelle quegli orrori.
Provati dalla fame, dal freddo, dalla fatica di lavori troppo pesanti che potevano durare più di dieci ore al giorno, cercavano un barlume di speranza nella raccomandazione all’Eterno. Eppure è proprio da questa umanità sepolta sotto le macerie di una Storia feroce che parte lo slancio della cosiddetta ricostruzione.
Sorprendenti infine sono anche gli episodi legati all’amministrazione della giustizia, praticata da formazioni partigiane attraverso tribunali istruiti dai vari comandi.
I tempi dei processi erano molto brevi, le sentenze di condanna erano dure e le esecuzioni avvenivano all’istante, in nome di una disciplina ferrea e inflessibile.