Dodicesimo volume della collana "Lo Scaffale di Aronte" curata da Enzo Maestripieri
Società Editrice Apuana, 2024Nuovo
Dalla PREFAZIONE
di Fabio Giuggioli Busacca (Biblioteca CAI Milano)
Il Manoscritto di Aristide Bruni che abbiamo il piacere di presentare è un documento più unico che raro.
È manoscritto, ma sembra stampato tipograficamente, tale è la precisione e pulizia della scrittura. Anche se ad un primo esame sembra davvero un libro, nello stesso tempo include cartoncini, disegni, menù di ristorante, colorazioni certamente manuali.
Ma non è questa caratteristica che ne ha reso difficile il ritrovamento (un libro? un manoscritto?) nella grande raccolta custodita dalla Biblioteca Luigi Gabba del CAI Milano, quanto la tessitura del racconto, che rende unico questo documento.
Un vero diario di una gita sociale di diverse sezioni del CAI, definita come il primo raduno intersezionale. Con riferimenti puntuali e personali a diversi partecipanti, richiamati per nome nelle singole vicende. Richiami affettuosi e spiritosi, con molti agganci ad episodi ora sgradevoli, come l’insistente pioggia, ora burleschi come le abbondanti libagioni e generose presenze a tavola. O gli accenni alle danze e all’ammirazione per le gentili signore e signorine incontrate o partecipanti.
Ma sempre con spirito leggero e allegro, come si conviene ad una compagnia di tal genere, legata dall’amicizia che nasce in montagna.
Ma il libro (manoscritto?) è anche godibile per i numerosi schizzi e disegni di ottima mano, spesso arguti e umoristici, per non parlare dei riferimenti topografici molto dettagliati sul percorso, il suo sviluppo, le difficoltà superate mediante attrezzatura dei punti pericolosi.
E ancora, del tragitto da Milano a destinazione e ritorno, le altimetrie, le distanze e i tempi.
L’autore, Aristide Bruni, creatore e realizzatore del percorso attrezzato al Procinto, ha fatto un lavoro enorme nel redigere questo documento, ma si capisce che nello scriverlo si è anche molto divertito.
Come si divertirà chi vorrà dedicargli il tempo necessario per la lettura che certamente merita.
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Dalla PREFAZIONE
di Antonio Gasperi (Biblioteca CAI Carrara)
Alcune fotocopie di un manoscritto, quasi occultate in mezzo a decine di opuscoli nella biblioteca sezionale, hanno destato subito curiosità; erano state diffuse dal CAI di Milano in occasione del centenario del raduno intersezionale del 1890 e il nostro bibliotecario le aveva diligentemente conservate fino al loro rinvenimento, avvenuto in occasione dell’appello dell’editore della SEA-Società Editrice Apuana a fornire testi da inserire nella coraggiosa e fortunata collana di ristampe storiche.
La caccia al documento completo ha richiesto pazienza: essendo tempi di Covid la biblioteca e l’archivio milanesi sono stati a lungo inaccessibili, ma alla fine la costanza dei nostri colleghi ha avuto successo e il prezioso scritto dopo oltre un secolo può rivedere la luce.
Altrettanto sorprendente è stato l’allargarsi del cerchio di persone interessate alle indagini sulla figura di Aristide Bruni: oltre al curatore Enzo Maestripieri del CAI di Prato e Fabio Giuggioli Busacca del CAI di Milano, che hanno visto nascere l’opera, si sono presto uniti Massimo Giambastiani del CAI di Lucca e Cristiana Casini del CAI di Firenze, rivelandosi acuti investigatori a tutto campo, non solo dei propri archivi storici Sezionali. Un fitto incrociarsi di dati che integrandosi hanno formato un quadro sempre più completo, chiudendo idealmente il cerchio che proprio le Sezioni di Milano, Lucca e Firenze avevano stretto fin dal 1875 intorno allo straordinario monolite del Procinto.
Il volumetto dell’Ing. Bruni, scherzoso resoconto di quattro giorni piovosi trascorsi sulle Apuane, si è rivelato ricchissimo di schizzi, foto, acquerelli e informazioni, superando qualsiasi aspettativa. Informazioni che descrivono opere fondamentali per la nascente attività turistica apuana, come la costruzione della ferrata del Procinto, della mulattiera tra Stazzema e Palagnana e del rifugio-osteria Alto Matanna; opere che videro sostegno morale e materiale da parte di abitanti, enti pubblici e privati, dalla sede centrale del CAI, dalla sezione CAI di Firenze, dalla sottosezione di Lucca come pure da soci di Pisa e dal Bruni stesso, che lavorò gratuitamente alla progettazione e alla direzione dei lavori.
Non meno interessante la visione sul modo di andare in montagna al tempo, molto conviviale, con balli in compagnia delle bellezze locali e grandi mangiate assieme a autorità e paesani, celebrate con la pubblicazione del ricco menù dell’Albergo Matanna a Palagnana!
Scopriamo inoltre con sorpresa che l’allegra comitiva di alpinisti fu pure gradita ospite della nostra sezione ed ebbe occasione di visitare le cave di marmo, non potendo fare di meglio a causa della pioggia, oltre naturalmente a gustare il consueto ricco buffet. I marmi per le targhe commemorative del sentiero, della ferrata e quella presso la vetta, dedicata al Cav. R. H. Budden, furono donati da Cherubino Binelli, proprietario di cave e allora presidente della nostra sezione; lo scultore Andrea Valli, pure carrarese, prestò gratuitamente la propria opera.
Siamo quindi doppiamente felici, oggi come allora, di esserci adoperati per valorizzare un angolo meraviglioso delle nostre montagne, invitando il lettore che ancora non lo avesse fatto a visitare questa parte di Alpi Apuane: sicuramente non resterà deluso.
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