Saggi di Marzia Dati e Monica Schettino Commento di Camilla Eracli

Cesare Vico Lodovici

Un anglista del Novecento


Società Editrice Apuana srl, 2023
Formato: 15x21
Pagine: 196 - Lingua: Italiano

Nuovo

Cesare Vico Lodovici (1885-1965), conosciuto principalmente come drammaturgo e traduttore dell’opera omnia di William Shakespeare, fu un anglista a tutto tondo. Non solo il bardo inglese, ma anche il teatro irlandese e nordamericano, la narrativa e la drammaturgia inglese del primo Novecento costituiscono il patrimonio culturale che Lodovici ha lasciato in eredità all’Italia.
In questo volume, risultato di un accurato lavoro di ricerca, le tre autrici cercano di restituire al lettore italiano contemporaneo un ritratto quanto mai nuovo di Lodovici, affinché finalmente gli sia riconosciuto il posto che gli spetta di diritto anche nella storia dell’anglistica italiana.

 

 

Da alcuni giorni aveva deposto la penna sul finale del suo incompiuto Sir John Falstaff e si era messo ad attendere che il sole si facesse più tiepido vagheggiando un viaggio verso il mare della sua giovinezza, alla Marina di Carrara.
Quale l’immagine di “Lodo” che ci resta più viva e struggente nel cuore?  Il suo sorriso e la gioia che gli brillava negli occhi quando s’incontrava e si tratteneva con gli amici. Una calda luce d’amore, di intelligenza, di solidarietà e fedeltà. Animato da una rigorosa onestà intellettuale, ai suoi amici insegnò, tra l’altro, il quieto, esaltante e consolante scambio di idee, opinioni, giudizi sempre al lume d’un gentile, affettuoso e malandrino sense of humour. Nel suo sorriso aleggiava la sapiente saggezza di Shakespeare. Anzi ne parlava spesso, considerandolo addirittura un amico tra noi. Non gli era vissuto a fianco ogni giorno per quasi vent’anni? Non ne conosceva l’anima, il temperamento e i tratti umani avendoli a lungo respirati e amati in tutte le sue battute? Un “dolcissimo” amico, diceva, che amava il mondo pur non facendosi illusioni sulla giustizia di questa terra. E come l’amico William, anche Cesare nascondeva la sua malinconia nel sense of humour, ch’è pur sempre l’estrema affermazione della dignità umana: “la proclamazione della superiorità dell’uomo su tutto ciò che può accadergli” (come afferma Romain Gary), sorridere, cioè, dell’assurdo e rumoroso vortice della vita che passa e trascolora.

A. Perrini


Monica Schettino   Dottoranda di ricerca presso l’Università di Friburgo (CH) è docente di materie letterarie presso il Liceo Parentucelli di Sarzana (SP), scrive sulle pagine culturali della «Gazzetta di Parma» e collabora con l’Istituto Storico per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia.

Marzia Dati   Dottore di Ricerca in Letteratura Nordamericana, cultore della materia, traduttrice, docente di lingua e letteratura inglese presso il Liceo Scientifico G. Marconi di Carrara MS), Presidente della Filiale Italiana della Dickens Fellowship.

Camilla Eracli   Traduttrice, anglista, membro del direttivo della Filiale Italiana della Dickens Fellowship, docente di lingua e cultura inglese presso Istituto di Istruzione Superiore Zaccagna-Galilei di Carrara (MS).

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