Viaggio alla montagna del Purgatorio
Corsiero Editore, 2021Nuovo
Una ricerca condotta negli archivi, attraverso i luoghi, i borghi, dentro i castelli e nelle pievi sulle orme di Dante, exul immeritus che, abbandonata per sempre la Toscana, svalica l’Appennino al Passo del Cerreto, incontra la Pietra di Bismantova e decide di salire fin sul cacume. E questa diventa la montagna della salvezza, la montagna del Purgatorio, la seconda Cantica del poema a cui Dante stava lavorando.
Nei primi dieci canti riconosciamo le tracce della sua salita sulla montagna; attraverso i documenti antichi riscriviamo la storia dell’eremo della Pietra di Bismantova, dove il Poeta potrebbe aver sostato. E ancora lo cerchiamo nella Reggio Emilia del Trecento, città non secondaria nel panorama delle relazioni personali e culturali del Poeta.
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Giuseppe Ligabue vive e risiede ad Albinea (Reggio Emilia), socio della Deputazione di Storia Patria, già fondatore e presidente del Gruppo Archeologico di Albinea, già Presidente del Comitato Arte e Cultura del Distretto Lions Clubs Emilia-Romagna, è autore di una ventina di libri e di molti saggi di archeologia, storia e arte apparsi su libri e riviste. Tra le sue pubblicazioni si segnalano: I Manfredi di Borzano da vassalli di Matilde a signori di Reggio e Modena (2007), Curtem de Albinea cum Plebe (2008), Nome di battaglia Ferruccio (2011), Ludovico Ariosto. Il fecondo Jaco (2014) e La Locanda del Giglio a Reggio Emilia (2018).
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Clementina Santi vive a Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia). Docente di Italiano e Latino, già membro del Consiglio Direttivo dell’Istituto Beni Culturali e Ambientali dell’Emilia Romagna, Presidente dell’Associazione Scrittori Reggiani. Tra le sue pubblicazioni: La fortuna critica di Ludovico Ariosto (1994), Chronicon Regiense. La cronaca di Pietro della Gazzata, con L. Artioli e C. Corradini, prefazione di J. Le Goff (2000), Luoghi Matildici dell’Appennino (2008), Documenti e lettere di Matilde di Canossa, con F. Canova, M. Fontanili e G. Formizzi, postfazione di P. Golinelli (2015) e Pietro da Talada. Un pittore del Quattrocento tra l’Appennino reggiano e le Apuane (2015).
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