Non solo una biografia
2022Nuovo
Michele di cognome fa Mancini. Ma poco m’importava quando ho scritto questo libro e anche oggi, per me era e rimane Michele. L’ho conosciuto una sera d’estate del 2020 all’Olivo, l’elegante ristorante dell’hotel Stella della Versilia di Ronchi, ospite di amici. A fine cena si è presentato, ha spiegato i suoi piatti con competenza e con un entusiasmo che, dritto dritto, mi è entrato dentro. Ho capito subito che avrei voluto fare qualcosa con lui, su di lui. Ho lasciato passare un paio di giorni, il tempo per dare un corpo a quell’idea improvvisa, che poteva, e può essere ancora, pericolosa per me, ma soprattutto per lui. Ma anche per non apparire troppo sfacciato. Ha accettato al volo, quasi fosse un sogno, con la modestia che è un aspetto importante del suo carattere. Non è una biografia tradizionale quella che segue, c’è del racconto, ma non è che un ornamento, al centro della scena è Michele, la sua vita, le sue scelte, la sua crescita professionale e umana, il suo essere uomo.
Franco Berton Giachetti
Non è biografia stretta, non è fiction, ma il risultato di una felicità di raccontarsi e di ascoltare, e immaginare. Nato in una sera d’estate, per caso o per magia, si è sviluppato in poco più di un mese grazie a una catena di incontri via skype. Il mezzo ha contribuito a fare.
Il protagonista è Michele, un ragazzo che svezzato delle incertezze dell’adolescenza sceglie un mestiere che, dopo un apprendistato da maestri italiani, lo porta in Canada, in Islanda, negli Stati Uniti. E che gli insegna, oltre ai segreti della cucina, l’obbligo di non fermarsi mai, di sperimentare sempre, del dare quel che si è ricevuto, dell’insegnare quel che si è appreso, e che insieme si può progredire.
Poi c’è quello che non si può imparare. O, meglio, che si impara inconsapevolmente come le prime parole di un bambino, e che farà della vita la tua vita. La terra, le radici, la famiglia, quei valori che ci si porta addosso, che spesso contraddici o ti mettono in conflitto, ma su cui sai di poter contare e di cui non ti libererai mai. Così che quando guardi avanti nello stesso tempo guardi anche un po’ indietro. Per recuperare certezze e forza in un mondo che ne ha sempre meno.
La seconda parte del libro è dedicata alla creatività di Michele, con alcuni esempi di piatti, che nasce dalla conoscenza e dal rispetto per i prodotti che impiega, dall’intelligenza e dalla sensibilità di una mente originale che oltrepassa ogni immagine scontata. Se lo stile è l’uomo, come scriveva nel Settecento il conte de Buffon, quello di Mancini è elegante, com’è la sua persona e come sono i suoi piatti, mai una nota stonata. Un’eccezione di questi tempi.
Franco Berton Giachetti, giornalista, ha lavorato per quotidiani e periodici, è stato caporedattore del mensile A tavola e vicedirettore di Gente Viaggi. È nato a Ivrea ma da più di quarant’anni vive a Milano. Quando può (raramente purtroppo) scende a Cinquale.
(francobertongiachetti@gmail.com)
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