Prima edizione 1953
Società Editrice Apuana srl, 2021Nuovo
"Sono trascorsi 68 anni dalla stampa di questo volumetto, sulla cui foto di copertina appaiono, contro le nevi settentrionali del Pisanino, le piccole sagome di Vincenzo Sarperi, il co-autore, classe 1922, che ci ha lasciato una quindicina di anni fa, e di Arcangelo Vitarelli, classe 1928, morto di recente. Il sottoscritto, classe 1927, sopravvive; sono lieto che si sia voluto riesumare questa antica testimonianza, commosso che mi sia stato chiesto, tramite il giovane amico Guido Barbieri, di vergare una piccola premessa alla nuova ri-edizione.
Da quel tempo, molta acqua è passata sotto i ponti dell’alpinismo apuano, specie di quello invernale. Gli itinerari che descrivemmo (documentati, oltre che da alcune foto, dai disegni di Vincenzo) sono in gran parte di scarsa o minima difficoltà a confronto di imprese recenti; ma già eravamo gli eredi di un settantennio di storia (Pania della Croce, 1881), lungo cui nostri nonni e nostri padri avevano individuato il singolare aspetto della frequentazione dell’Alpe apuana innevata. Noi nipoti, autodidatti, ingenui e un po’ imbranati, eravamo tuttavia già muniti dei primi ramponi a 12 punte, i mitici pesantissimi Fulpmes-Eckenstein (seguiti poi dai Grivel, anche “superleggeri”), di piccozza dal manico ormai piuttosto corto, di corda ancora di canapa ma che presto sarebbe divenuta di nailon.
Così, dopo pochi anni di attività piuttosto intensa, ci venne la voglia di riassumere in un libricino le nostre esperienze; avemmo l’appoggio della Sezione CAI di Pisa e l’onore di una presentazione di Bartolomeo Figari, figura storica dell’alpinismo apuano, nonché a quell’ora Presidente generale".
Angelo Nerli, gennaio 2021
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"Prefato da Bartolomeo Figari (allora Presidente nazionale del CAI), subito recensito sulla stampa tecnica nazionale (Lo Scarpone 1953 n. 5), in 63 brevi paragrafi esso offre una raccolta “completa per quanto possibile” delle “salite di ghiaccio, o più esattamente di neve gelata o dura, talvolta miste di ghiaccio e roccia”, note all’epoca, dalle Panie al Sagro; di ognuna di esse fornisce una concisa descrizione, la difficoltà (espressa in modo discorsivo), indicazioni sulla migliore stagione e orario di salita, l’illustrazione di tutti gli accessi alla base, il tempo di ascensione, rimandi alla carta IGM se utili, notizie (se conosciute) sulla prima salita con relativi riferimenti bibliografici se esistenti, ed eventuali possibilità sciistiche; e non manca l’individuazione e il suggerimento di future possibilità di salita (in seguito puntualmente concretizzatesi), ad es. il canale di S. Viano o il versante N del Contrario o il canale NO del Sumbra. Nelle Note generali si illustrano le peculiarità dell’alpinismo invernale in Apuane e si dà informazione sistematica e completa dei rifugi, delle loro caratteristiche (ad es. la capienza), delle loro vie di accesso - ivi compresa l’eventuale disponibilità di mezzi pubblici per l’avvicinamento -, e ogni altra notizia utile; e infine il libro comprende 10 schizzi delle vie di salita, 2 cartine schematiche e 4 foto in bianco e nero fuori testo. Tutto questo in 72 pagine in sedicesimo! un piccolo capolavoro di Nerli e (non dimentichiamolo) di Sarperi, che non fu certo un comprimario.
Cosa altro dire, che cosa aggiungere? un augurio: che Angelo Nerli possa ancora a lungo regalare agli apuanisti e a tutti coloro che amano la montagna la sua dedizione e la sua impareggiabile competenza: consapevole che il suo nome, finché le Alpi Apuane verranno calcate da qualche appassionato, non che suscitare soltanto “qualche ricordo” in chi lo ha conosciuto resterà nella “minoranza di eletti” destinati alla fama."
Dalla presentazione di Enzo Maestripieri
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