Thomas Mann

La montagna incantata

Prefazione di Giorgio Montefoschi


Ledizioni, 2019
Formato: 15x21
Pagine: 800 - Lingua: Italiano

Nuovo

'La montagna incantata' è un fedele, complesso, esauriente ritratto della civiltà occidentale dei primi decenni del Novecento e, nella sua incantata fusione di prosa e poesia, di vastità scientifica e di arte raffinata, è il libro, forse, più grandioso che sia stato scritto nella prima metà del secolo."

Con queste parole, un entusiasta Ervino Pocar concludeva l'introduzione all'edizione della "Montagna incantata" da lui tradotta nel 1965 che da allora ha fatto conoscere e apprezzare ai lettori italiani questo Bildungsroman straordinariamente complesso ambientato in un sanatorio svizzero, il celebre Berghof di Davos.

Quando il protagonista, il giovane Hans Castorp, vi arriva, è il tipico tedesco settentrionale, un solido e rispettabile borghese. A contatto con il microcosmo del sanatorio il suo carattere subisce un'evoluzione e un incremento: passa attraverso la malattia l'amore, il razionalismo e la gioia di vivere, il pessimismo irrazionale, senza che nessuna di queste posizioni lo converta.

Ma in mezzo a tante forze contrastanti, Castorp trova il proprio equilibrio. In questo mondo dove il tempo si dissolve e il ritmo narrativo si snoda in sequenze di ore, giorni, mesi e anni resi tutti indistinti dalla routine quotidiana, egli può liberamente crescere.

Paradossalmente (l'umorismo di Mann),dopo essere stato convertito alla vita Castorp tornerà alla pianura per perdersi nell'inutile strage della "grande" guerra.

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Thomas Mann, dopo la morte del padre si trasferisce prima a Monaco con la famiglia, poi soggiorna con il fratello a Roma e Palestrina. Tornato a Monaco, lavora nella redazione del Simplicissimus, ma presto si dedica esclusivamente alla letteratura.
Il primo dopoguerra segna la sua definitiva affermazione, diventando massimo rappresentante della letteratura tedesca. Nel 1929 vince il Premio Nobel per la letteratura e pochi anni dopo decide di lasciare la Germania per trasferirsi prima nei Paesi Bassi e in seguito negli Stati Uniti dove rimane fino al 1952 per poi spostarsi in Svizzera.
Mann sin da subito imposta la problematica dell'isolamento dell'individuo di fronte alla società borghese, e porterà avanti tale questione in tutti i suoi romanzi e racconti. Decisivo per il suo sviluppo intellettuale diventa l'incontro con il pensiero nietzscheano, mentre nella qualità della scrittura subisce l'influenza dei grandi scrittori russi che si nota facilmente in uno dei suoi romanzi più importanti, Buddenbrooks: decadenza di una famiglia (1901).
Tra le altre sue opere ricordiamo  Altezza Reale, La montagna incantata, Giuseppe e i suoi fratelli, Tristano, La morte a Venezia.

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