Cesare Zolfanelli - Vincenzo Santini

Guida alle Alpi Apuane

Ristampa anastatica della guida del 1874

Secondo volume della collana "Lo Scaffale di Aronte" curata da Francesco Bosetti e Enzo Maestripieri


Società Editrice Apuana, (1874) 2020
Formato: 12x18,2
Pagine: 144 - Lingua: Italiano

Nuovo

"La Guida alle Alpi Apuane non è una guida a tali montagne, ma a una regione: a un dipresso quella che, fin dal 1804 in epoca napoleonica, fu costituita in Dipartimento delle Alpi Apuane nell’ambito del Regno Italico. Non è questa la sede - né chi scrive ne sarebbe all’altezza - per precisarne limiti geografici e temporali: è sufficiente (ma anche necessario) sapere subito - in assenza di qualsivoglia indicazione al riguardo, o più in generale di metodo, da parte degli Autori - che questo libro non è assolutamente una guida alpinistica o escursionistica, ma l’illustrazione a tutto tondo di un territorio: della sua storia, della sua geografia, delle sue attività economiche, e dei suoi pregi naturali e artistici o di qualunque altro genere; e che tale territorio si estende da Pontedera e dalla Valdinievole pistoiese fino alle Cinque Terre e oltre in Liguria, e che in esso, quindi, le montagne non hanno la parte principale."

...

"Il capitolo dedicato alle Panie merita qualche parola in più. Panie qui non significa, come oggi, il gruppo montuoso apuano che comprende Pania della Croce, Pania Secca e Pizzo delle Saette, ma, alla vecchia maniera (per la verità già sorpassata ai tempi degli Autori), le Alpi Apuane in genere, tanto è vero che vi si designano come “Panie maggiori” il Pisanino (qui chiamato anche Pizzo Maggiore), il Pizzo d’Uccello, il Grondilice, il Sagro, la Tambura e il Sella. Ancora una volta sarà utile citare i titoli di alcuni paragrafi: Valli e cave dei marmi; Strada ferrata alle cave; Miniere del Bottino; e soprattutto quelli di altri due, leggendo i quali troverà qualche appagamento anche un semplice cultore delle Alpi Apuane intese come montagne.
In Gita al Solco d’Equi si trova quello che può essere considerato il solo itinerario escursionistico del libro, descritto nei modi d’uso all’epoca, compresa l’avvertenza che “a Soliera presso Luigi Tavernelli, negoziante del paese, [il viandante] troverà da rifocillarsi, ma non alloggio” (mentre a “Ponte a Monzone… troverà presso Ignazio Bombardi alloggio e ristoro”); la gita vera e propria è descritta a tinte vivaci, con cenno all’incombente parete verticale del Pizzo d’Uccello e descrizione del Paiolo, enorme masso di forma caratteristica di cui da tempo non c’è più traccia.
Ascensione del Pizzo d’Uccello e del Pisanino è appunto un récit d’ascension (peraltro ripreso quasi alla lettera da un articoletto anonimo pubblicato su La Nazione del 19 agosto 1873): vi si riferisce infatti della salita effettuata ai due monti nell’agosto 1873..."

Dalla Presentazione di Enzo Maestripieri

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